Chi è il temporary manager e come lavora?

Il Temporary Manager a fronte di qualunque attività svolga in un’azienda, deve sempre ed in ogni caso, preparare la struttura aziendale affinché funzioni perfettamente dopo la propria uscita.

Il “manager a tempo” interviene nei momenti critici della vita di un’azienda, sia negativi (fasi di difficoltà e di crisi che richiedono interventi di riequilibrio), sia positivi (crescita, sviluppo di nuovi business e di nuovi progetti), per gestire l’accelerazione del cambiamento e dell’innovazione necessari per competere.

A fronte degli obiettivi di risanamento o di crescita concordati con la Proprietà, il temporary manager progetta, propone e realizza interventi operativi, per migliorare le performance aziendali e le capacità di gestione.

Il temporary manager non si limita ad analizzare la situazione e a prescrivere soluzioni. Egli, al contrario si fa carico di realizzare “sul campo” gli obiettivi concordati.

Il Temporary Manager sarà efficace nello svolgimento dell’incarico che gli viene affidato, perché egli si pone sempre come fine ultimo il conseguimento dell’obiettivo oggetto del suo incarico, non il prolungamento della sua presenza in azienda.
Un atteggiamento mentale decisamente speciale…”Lavorare per rendersi inutili il più presto possibile, che più o meno é il contrario del ragionamento conscio o inconscio di tutti i dipendenti assunti a tempo indeterminato”

Si tratta, quindi, di un professionista poco incline a legarsi alle situazioni, senza nulla togliere all’efficacia del suo operato. Bensì, proprio perché non può, né desidera contare su una permanenza a tempo indeterminato all’interno della struttura, dovrà agire bene e in tempi rapidi, senza mettere tra le sue priorità il ricoprire certe posizioni quanto, piuttosto, trovare soluzioni concrete ai problemi che deve risolvere.

Questo genere di distacco gli consente inoltre di conservare una preziosa indipendenza di giudizio, da cui poi egli trae la capacità di ascoltare le opinioni e i pareri delle risorse umane già presenti in azienda, senza però essere influenzato da visioni aziendali consolidate che, invece, il più delle volte è chiamato a modificare.

Per poter assumere il ruolo di attore del cambiamento, oltre alle competenze professionali ed alla vasta esperienza, deve possedere quei tratti caratteriali che gli consentano di sviluppare la propria leadership in maniera tanto autorevole da coinvolgere la proprietà, il management e il personale nelle nuove visioni aziendali che il cambiamento rende indispensabili.

Il Temporary Manager è un professionista alla ricerca di nuove sfide professionali, perché è motivato da risultati difficili da raggiungere, è curioso, ama far succedere le cose, trasmette la sua energia a chi lo affianca, non ama la routine e vive il cambiamento come stimolo, per questo è abituato a gestire lo stress senza subirlo.

Il conseguimento di risultati concreti in tempi rapidi richiede tenacia e coerenza, per avere successo. Il Temporary Manager è un professionista che vanta esperienza non solo in un unico comparto di mercato, ma ha capacità e conoscenze multidisciplinari. Da questa conoscenza di prassi e mercati diversi tra loro attinge anche modelli alternativi, da trasferire all’interno delle realtà aziendali in cui è chiamato a intervenire, arricchendole.

Almeno per tutte queste buone ragioni il Temporary Manager non è un Consulente, né il temporary management può essere considerato una via alternativa alla consulenza, perché sono di fatto due professioni diverse. E sono professioni diverse perché richiedono competenze diverse ed un background diverso. Sono diverse le modalità di conferimento dell’incarico e gli obiettivi che caratterizzano l’incarico. Sono diverse le attività svolte per l’espletamento dell’incarico, le motivazioni, la focalizzazione sugli scopi ultimi. È diverso il profilo psicologico necessario per operare con successo.